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Vivere in Marocco tra gli splendori del passato e l’incanto del presente

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Vivere in Marocco, tra passato e presente

Conosciuto per il suo stile di vita rilassato e la cordiale ospitalità, il Marocco è terra d’incanto e si declina in un varietà di culture e paesaggi esotici. Che si decida di scoprire la vita autentica e le tradizioni di città come Fès, Meknes, Rabat o Marrakech o di avventurarsi in aree altrettanto esotiche come Ouarzazate (dove l’industria cinematografica occidentale è di casa), Essaouira (importante stazione balneare sulla costa atlantica), la mediterranea Tétouan (la città più andalusa del Marocco) o il porto di Tangeri, è necessario scaldare i motori e prendere conoscenza dei luoghi in cui ci si sta per trasferire, intraprendendo una nuova attività e vita. Luoghi stupendi, senza dubbio, ma nei quali, senza un’adeguata preparazione, ci si può facilmente perdere.

Fare un viaggio, conoscere prima da turista i posti in cui, in un secondo tempo, si può pensare di stabilirsi a vivere in pianta stabile, può essere il modo migliore per approcciare il Marocco, dove, ricordiamo, la lingua ufficiale è l’arabo, ma molto diffuso e usato è il francese, nella pubblica amministrazione, nell’educazione universitaria e nel commercio. E dove i francesi – per evidenti ragioni storiche – hanno fatto, in passato, molta fortuna, partendo, naturalmente, da privilegiati. Una carrellata turistica delle più affascinanti città di questa terra, che ha attirato nei secoli scorsi intellettuali, viaggiatori, artisti e/o semplicemente sognatori, sarà utile per assaporarne le diverse caratteristiche.

Fés, la misteriosa, è la più antica delle città imperiali e resta molto legata a uno stile di vita tradizionale. La sua Medina (nome che si dà al centro storico di tutte le città marocchine) è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco ed è per la sua straordinaria bellezza che visitatori di tutto il mondo arrivano a frotte. Perdersi nel labirinto delle strette viuzze e farsi una sosta per bere un tè – che qui non è una semplice bevanda ma porta con sé tutta una ritualità centenaria – sulla terrazza del palazzo El Jamal darà l’opportunità di assorbire tutto il ritmo di questa città dalla spiritualità ammaliatrice e dai numerosi segreti. Meknes, la lussuosa, è una pacifica città cinta da mura e deve la sua nomea al fatto che nel XVII secolo il sultano Muolay Ismaïl decise di farne la capitale del suo impero, trasformandola nella “Versailles del Marocco”. Per suo impulso, sorsero accanto alla Medina, una casbah con numerosi palazzi, moschee, un magnifico mausoleo, stalle, cisterne per l’acqua … le olive, i vini invecchiati e il tè alla menta sono imperdibili. La città è divisa in tre parti: città imperiale, Medina, città nuova e, più a Sud, su una superficie di 16.000 mq, si estende la gigantesca riserva di acqua della città: Agdal. Rabat, l’elegante, è l’attuale capitale del regno: l’eleganza si respira tra le sue strade, nella casbah, alla Medina, nelle sue gallerie d’arte e assorbendo la magnifica vista sull’oceano. Ricca di storia, che inizia con i Fenici, tra i suoi monumenti più importanti vi è la torre di Hasán, il monumento più grande di Rabat e uno dei più antichi (8 secoli).

E che dire dell’affascinante Marrakech? “La Rossa” (in arabo, Al Hamra) è così chiamata perché il tabya, mescolanza di sabbia rosa locale – del deserto – e calce ricopre le mura, i monumenti e le case. Il suo sfondo naturale è la montagna Atlas, la più grande ed estesa catena montuosa del Marocco (4.000 mt. di altitudine). Seducente questa città lo è nel vero e proprio senso che questa parola comporta: il deserto con i suoi orti di palme e le cime innevate alle spalle segnano un paesaggio unico nel quale s’incastonano la Medina (dove sono disseminati bellissimi e antichi Riad), i quartieri residenziali degli occidentali – con ville lussuosissime – (l’Hivernage e Guèliz) e i limitrofi campi da golf. La sera, la mitica piazza Jemaa-el-Fna pullula di una vita intensa e diventa un teatro all’aria aperta con musicisti, indovini, acrobati, incantatori di serpenti, esecutori di tatuaggi all’Henne … imperdibile atmosfera, tutta da assaporare, magari mente si gusta un delizioso tajine al pollo in un ristorantino che dà su questa piazza dalla vita propria. Le valli, le palme, le oasi di Ouarzazate hanno infine conquistato il cinema e sono numerose le troupe hollywoodiane che si sono trovate, e si trovano tuttora, nei paraggi per ambientare i loro capolavori: Lawrence d’Arabia, Kundun, il Tè nel Deserto, per citarne soltanto alcuni, sono il frutto di quest’incontro.

… Mollare tutto per trasferirsi in Marocco.

La fuga va preparata bene, partendo innanzitutto dalla lingua: potete cimentarvi da subito con l’arabo (non è una lingua così difficile), per esempio all’International Council di Milano ma ci sono anche corsi online, tipo: www.corsiarabo.com. Se volete restare su una lingua più familiare, ricordate che il francese è di vitale importanza – soprattutto se si è stranieri e se si vuole fare business – e qui la classica, affidabile (anche se un po’ cara) Alliances Françaises (www.alliancefr.it) è sempre un ricorso utilissimo.

Sistemato il bagaglio “culturale”, vediamo quali sono le principali formalità per una trasferta vera e propria: i documenti! Naturalmente, ai vari consolati e Marocco in linea, in loco: www.maroc.ma. Per viaggiare in Marocco da semplice turista, il permesso è valido 3 mesi e gli italiani (come i cittadini di altri 60 paesi) non hanno bisogno di visto, basta il passaporto. Per un soggiorno più prolungato, bisogna rivolgersi alla locale Direzione Generale della Sicurezza Nazionale (e qui entra in gioco la lingua, v.i.p.!). La valuta marocchina è espressa in Dirham e il cambio funziona all’incirca così: 1 Dirham = 0,10 cent. di euro; 1 euro = 10 Dirhams. Il cambio si può effettuare soltanto in Marocco. Aprire un conto in banca non è così difficile. Sormontata la difficoltà della lingua, basta scegliere la banca più vicina, aprire un conto “convertibile”, che potete fare in valuta straniera, ad esempio in euro, e otterrete facilmente una carta a debito per operare all’interno del paese. Se, però, cominciate ad avere Dirhams, dovrete aprire un secondo conto, le due valute non sono cumulabili sullo stesso tipo di conto. Per la casa, passato il primo periodo da affittuari, si presenterà presto l’idea di fare un investimento immobiliare. Il Marocco è un paese in grande fermento da oltre 10 anni e la maggiora parte delle costruzioni, dovuto al grande impulso urbanistico e delle infrastrutture (strade e autostrade che collegano oggi buona parte del paese) sono state fatte con un occhio allo straniero. Oggi, la maggior parte degli europei ha una seconda casa in Marocco e molti, anche italiani, hanno acquistato alloggi per trasformarli in attività B&B, i famosi Riad, oggetto di un vero boom di acquisti, soprattutto da parte dei francesi, negli ’80. Se decidete di comprare casa, fate attenzione, i meandri e i cavilli giuridici sono spesso inestricabili e il primo consiglio utile è procuratevi un buon avvocato che segua con voi tutta la trattativa. È molto difficile, infatti, in Marocco capire se si sta acquistando dal vero proprietario o meno, le registrazioni catastali sono molto confuse, e le brutte sorprese, a distanza di anni, sono all’ordine del giorno. Purtroppo, l’occidentale è spesso considerato un poco “il piccione da spennate”, dunque affidatevi ad una persona di fiducia locale per qualsiasi tipo di trattativa e, soprattutto, non fidatevi di comprare su pianta (gli appartamenti in costruzione possono costare intorno ai 1.600/1.800/2.250 euro/mq): la crisi immobiliare è arrivata anche in Marocco e molte società edili (tra cui molte spagnole) hanno abbandonato il terreno, per cui molti alloggi in costruzione – che potrebbero essere proposti tuttora alla vendita – difficilmente saranno portati a termine e raramente nei termini di tempo promessi.

Lavorare/Investire in Marocco

Per poter lavorare in Marocco occorrono permessi rilasciati dall’ufficio per gli stranieri: una carta di residenza (utile anche per aprire il conto in banca) e un’autorizzazione legale a lavorare. Lo sbocco ideale per tutti gli occidentali è il turismo, soprattutto se si conoscono più lingue e occasioni ve ne sono senz’altro sia nelle città più gettonate che nelle stazioni balneari mediterranee e atlantiche. I salari, un po’ più bassini rispetto a quelli occidentali, permettono di vivere decentemente. Anche il settore del commercio, le telecomunicazioni, l’informatica e la comunicazione – in grande sviluppo – offrono numerose opportunità. È imprescindibile, comunque, la conoscenza del francese o inglese a meno che non si lavori in uno dei molti call center che operano anche per il mercato italiano …. ne esistono parecchi, soprattutto a Casablanca. Numerosi sono i canali privati locali di accesso al mercato del lavoro, tra questi: consulfrance-ma.org, rekrute.com, emploi.ma, amaljob.com. Due siti del governo, inoltre, danno utili consigli: ANAPEC (Agenge Nationale de l’Emploi et des Compétences), www.anapec.org e Ministère de l’Emploi et de la Formation Professionnelle du Maroc (www.emploi.gov.ma). Se, invece, si possiede un gruzzolo di partenza, l’investimento nel settore turistico (un Riad nella Medina, ristorantini, attività commerciali) può essere l’ideale, prese le dovute precauzioni. Il blog molto ben fatto di un italiano – Paolo – trasferito a Marrakech da anni, dove gestisce un favoloso Riad (Golfame) fornisce utilissimi consigli, oltre a rispondere immancabilmente a chi gli scrive. Sul suo blog (http://myamazighen.wordpress.com) Paolo spiega quali siano le amenità della vita ne “La Rossa”, che per gli amanti della vita africana “all’occidentale”, racchiude tutto lo spettro delle bellezze immaginabili, i vantaggi dell’intraprendere un’attività in Marocco e le molte, numerose difficoltà che si possono incontrare, non da ultime quelle culturali. Il primo consiglio del connazionale avezzo a trattare in terra africana è munirsi di un “ … buon avvocato e un ottimo commercialista e poi si può partire tranquilli…” Tra i vantaggi, sono garantite tre libertà fondamentali: il diritto d’investire, il diritto di trasferire i benefici e i diritti di trasferimento di prodotti di cessione. Solamente l’agricoltura è un settore non accessibile agli stranieri. Dal 1995 è stata adottata una “Carta degli investimenti”, che, tra le altre cose, stabilisce: esonero totale delle imposte sulle società per i primi 5 anni d’attività e riduzione del 50% sulla cifra di affari per i seguenti 5 anni; esonero della TVA (IVA) e della Licenza per 5 anni; sospensione della TVA per i prodotti e prestazioni di servizi che sono oggetto di esportazione… Tangeri è, inoltre, una zona franca e per investimenti in città è previsto un esonero totale dell’imposta sulle società (IS) e imposta all’8,75% per i 10 anni successivi; nelle provincie intorno alla città si può contare su una riduzione del 50% dell’imposta sulla società (IS), della tassa professionale e della licenza … Un campanello d’allarme però risuona, anche tra i commentatori del blog: molti “sprovveduti” ci hanno lasciato le penne in Marocco, a causa di un sistema farraginoso, le difficoltà della lingua, il malaffare e la corruzione impossibile da sradicare … Se non si vuole entrare poi nel circolo vizioso del “Bakchic “ (la bustarella), che esiste in modo estensivo a tutti i livelli, bisogna armarsi di pazienza e attendersi lungaggini burocratiche a non finire. Ricordate, infine, che state per andare a vivere in una Monarchia costituzionale, dove regna l’attuale re Mohammed VI e dove la maggior parte degli affari turistici e urbanistici sono controllati dalla famiglia reale. Avere in loco un amico, e se non l’avete di partenza procurare di espandere quanto prima le conoscenze locali, può tornare veramente utile.

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