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Luigi: l’oceano e la gentilezza della gente mi hanno spinto a tornare a vivere in Portogallo

Luigi Abbondanza

Luigi e il Portogallo

di Nicole Cascione

Luigi Abbondanza, dopo essere rientrato in Italia ed esserci rimasto per circa 20 anni, ha scelto di tornare in Portogallo con tutta la famiglia. L’Oceano, la gentilezza della gente, le architetture magiche, la musica e il fado, la gastronomia di origine mista celtica e araba sono alcune delle ragioni che lo hanno spinto a tornare.

Cosa ha lasciato in Italia? “La burocrazia ottusa, l’eterno malgoverno, la nevrotica e crescente paura dell’altro, la stagnazione claustrofobica, l’autolesionismo ambientale e la mancanza di speranze in un futuro migliore”.

Luigi, raccontaci qualcosa di te:

Sono arrivato in Portogallo nel 1979. All’epoca facevo teatro e mi sono sposato con la mia prima moglie (Eduarda Abbondanza che ha fondato Modalisboa). Ho vissuto per 8 anni a Lisbona con un piccolo intervallo di un anno passato a Cabo Verde, dove lavoravo per il Centro de Arte Dramática della facoltà di lettere di Lisboa. Successivamente, nel 1990, ho divorziato e sono tornato in Italia, dove ho lavorato come spazzacamino per più di 20 anni tra la Toscana e la Svizzera Italiana. Mi sono risposato con Hilaria (grande jazz trumpet www.hilariakramer.eu) e ho avuto una bimba, che ora ha 24 anni, Nina. Nel 2013 sono tornato a vivere in Portogallo con tutta la famiglia, 2 cavalli e 6 cani.

Perchè dopo 20 anni hai deciso di tornare in Portogallo?

Il Portogallo è un luogo da sogno se sai sognare. L’Oceano, la gentilezza della gente, le architetture magiche, la musica e il fado, la gastronomia di origine mista celtica e araba sono alcune delle ragioni che mi hanno fatto tornare. E perchè no: anche il costo della vita, stratosfericamente inferiore rispetto alla Svizzera o all’Italia, è stato un buon motivo per trasferire qui la famiglia.

Cosa hai lasciato in Italia e cosa invece hai ritrovato in Portogallo?

In Italia ho lasciato la burocrazia ottusa, l’eterno malgoverno, la nevrotica e crescente paura dell’altro, la stagnazione claustrofobica, l’autolesionismo ambientale e la mancanza di speranze in un futuro migliore.

Il Portogallo è in crescita costante e ci sono sempre più investitori in diversi settori merceologici o nel campo della ricerca tecnologica avanzata e medica. Qui fare impresa è semplice e il fisco non pesa più del 35%. La burocrazia è minore che in Italia e la giustizia (civile e penale) portoghese è molto più veloce. Per certe attività considerate di “elevato valore aggiunto” viene riconosciuta una tassa ridotta dell’IRS (imposta dei redditi) del 20%.

Si applica solo per chi svolge attività di elevato valore aggiunto sia di carattere scientifico, artistico o tecnico. Per esempio: architetti, medici, consulenti fiscali, psicologi, quadri superiori, professori e designer. Lo sconto fiscale dura 10 anni.

Ma anche senza defiscalizzazione, aprire un’attività in Portogallo è molto più semplice ed economico che in Italia.

Raccontaci qualcosa su come si vive a Faro.

Faro è la capitale dell’Algarve. È una città in piena crescita: poco traffico, poca criminalità, belle spiagge di sabbia bianca tutte intorno, un grande ospedale, areoporto, stazione, bus terminal e tutti servizi. Centro storico suggestivo e una discreta animazione diurna e notturna.

Io vivo nella campagna tra Lagos e Portimão prossimo delle pendici della Serra de Monchique.

Immerso nella natura dalla mattina alla sera in una casa di campagna del 1901 che mi costa 300 euro al mese di affitto. L’Oceano e le sue spiagge sono a 10 km da casa. Il tempo passa tranquillo. Puoi lasciare la chiave di casa appesa alla porta senza problemi e l’aguardente di corbezzolo (medronho) è deliziosa dalle mie parti.

Sicuramente vivere in Portogallo avrà i suoi pro e i suoi contro. Ce ne parli?

Di positivo qui hai la percezione che si possano progettare e far crescere attività di ogni genere senza che lo Stato ti soffochi.

Di negativo direi la mancanza di maggiori infrastrutture, il limitato investimento nella sanità e nella cultura.

Di cosa ti occupi?

Ho un’agenzia che offre servizi d’assistenza ai pensionati e non pensionati italiani che vogliano trasferirsi in Portogallo: www.trasferirsi-in-portogallo.it Lavoro spesso anche come pizzaiolo e ogni 4 anni faccio un po’ di teatro. Poi mi occupo dei 2 cavalli e dei 6 cani tutti i santi giorni (anche se è mia moglie che ci lavora molto di più del sottoscritto).

A chi consiglieresti il Portogallo e a chi invece no?

Lo consiglio a tutti coloro che amano vivere tranquilli e in sintonia con la natura. Non lo consiglio agli schizzinosi, a chi non piace il mare e a chi non ha voglia di mettersi in gioco e cambiare.

Ultimamente il Portogallo è una meta ambita dai tanti pensionati italiani. Cosa puo dirci a riguardo?

I pensionati italiani (tranne quelli ex-inpdap) qui in Portogallo godono della possibilità di ricevere la pensione al lordo e non pagare tasse per 10 anni. Questa defiscalizzazione ha attirato circa 2 mila pensionati italiani in Portogallo.

E per quanto riguarda la gioventù invece? Ci sono maggiori possibilità lavorative rispetto al Bel Paese o no?

Sì. Qui i giovani hanno smesso di partire e cercare lavoro all’estero. La crescita economica sta creando ogni giorno nuovi posti di lavoro. Senza contare il turismo che è sempre più fiorente.

Un consiglio per chi intende trasferirsi sul posto. Cosa bisogna attentamente valutare?

Dipende da cosa si cerca, dal proprio budget di partenza e da dove si sceglie di andare.

Se uno vuol fare tutto da solo, consiglio di fare prima un viaggio esplorativo per tastare il terreno. Se invece ci si appoggia ad una agenzia diventa tutto più semplice.

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