Lucrezia: mi sono innamorata dell’India 24 anni fa

Originaria di Milano, Lucrezia si è incuriosita riguardo all’India proprio nella sua città natale, dove c’era un centro culturale indiano fondato da Avinash e Mary. “Sembrava una vera casa indiana, si mangiava indiano, si assisteva a spettacoli, conferenze e concerti” ricorda Lucrezia che, per tanto tempo, ha pensato che la sua strada sarebbe stata nel teatro.

Invece si è laureata in Indologia e Sanscrito e insegna danza indiana, principalmente online, agli studenti della sua scuola milanese. In più, insieme a un amico indiano, Abishek, ha fondato un’agenzia per accompagnare i viaggiatori alla scoperta del Sud dell’India.

“Ci occupiamo di fare consulenza sia per la pianificazione sia per la preparazione culturale alla visita del Paese” racconta Lucrezia e, a chi volesse visitare l’India, la donna consiglia di non fare un tour de force ma di godersi la quotidianità dei vari luoghi e d’imparare a non giudicare l’India con il metro di valutazione occidentale.

Lucrezia Maniscotti

Ciao Lucrezia, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Lucrezia e sono nata e cresciuta a Milano. Ho cominciato a fare teatro quando ero adolescente, convinta che quella sarebbe stata la mia strada, fino all’incontro con l’India.

Viaggi in India da 20 anni. Quando hai cominciato e come mai ti sei sentita chiamare proprio dall’India?

Sono sempre stata curiosa delle culture di altri popoli. A Milano c’era un centro culturale indiano fondato da Avinash e Mary, sembrava una vera casa indiana, si mangiava indiano, si assisteva a spettacoli, conferenze e concerti. La mia curiosità si è rivolta verso l’India circa 24 anni fa e ho cominciato a studiarne le danze classiche, all’inizio per provare, e poi, perché credevo che mi sarebbero servite nel teatro. Nel frattempo mi ero iscritta a lettere ma ho finito per laurearmi in Indologia e Sanscrito.

Puoi raccontarci il tuo primo viaggio lì e cos’hai provato?

L’avevo sognato e immaginato così tanto che, in parte, mi sembrava tutto così familiare ma, allo stesso tempo, l’India mi ha sorpresa! Sentivo che c’era qualcosa che risuonava in me e, viaggio dopo viaggio, era diventata una sorta di malattia… tornavo in Italia e vivevo con il pensiero di quando sarei tornata in india.

In che modo pensi che siano i cambiati i viaggi – e in particolare quelli in India – in 2 decenni?

Per me sono cambiati molto, soprattutto nel 2008/2009, quando, grazie a una borsa di studio per le eccellenze internazionali, ho vissuto per un intero anno in India. Quello è stato l’anno in cui ho capito che la danza indiana mi avrebbe accompagnata per sempre.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

In generale, sono sempre stati tutti molto di sostegno. Solo negli ultimi 4 anni, da quando passo praticamente più tempo in India che in Italia, le persone più care sono dispiaciute di non vedermi spesso ma capiscono anche il valore di ciò che faccio.

Di cosa ti occupi?

Mi occupo principalmente di danza indiana. Mentre sono a Chennai, pratico e faccio spettacoli e insegno, soprattutto online, ai miei studenti della scuola che ho fondato a Milano (Accademia Sangam). Poi sto intraprendendo anche un progetto di sostegno ai viaggiatori in India.

Dove abiti, precisamente, quando sei in India?

Sto a Chennai, la capitale dello stato del Tamil Nadu, in un quartiere vicino all’oceano. La zona è tranquilla e c’è molto verde. C’è un po’ di brezza che dà sollievo dal clima afoso.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Ho cercato principalmente tramite amici.

Che consigli daresti ad altri italiani in cerca di un alloggio, magari a medio o lungo termine?

Il passaparola, gruppi sui social e anche i servizi online come Nobrocker, una sorta di agenzia che ti mette in contatto con un tot di proprietari gratuitamente poi, se ne vuoi di più, devi pagare una sorta di abbonamento.

Qual è, secondo te, il budget minimo per vivere serenamente in India per una persona sola? E per una coppia o famiglia?

Questo può variare tantissimo a seconda del luogo e, soprattutto, dei comfort che si desiderano. Generalmente, con una spesa di 200 Euro mensili, si ha una casa decente, da soli o in coppia. Per una famiglia, direi un minimo di 350 Euro il mese.

Parliamo del progetto che stai lanciando. Si tratta di un servizio dedicato a chi viaggia nel sud del Paese. Ti va di parlarcene meglio?

Sì, certo. Un mio amico indiano, Abishek, ed io abbiamo fondato Sangam Adbhuta. Ci occupiamo di fare consulenza sia per la pianificazione sia per la preparazione culturale alla visita del Paese.

Quali servizi offrirete, nel dettaglio?

Per chi ha necessità di supporto logistico, se ne occupa Abishek, che talvolta accompagna i viaggiatori per una o più tappe. Io, invece, mi occupo più dell’aspetto culturale e artistico. Accompagno con dei mini tour locali a vedere le zone/i monumenti da non perdere e cerco di fornire le chiavi per comprendere meglio questo Paese e, poi, magari, proseguire con più consapevolezza il viaggio. Organizzo poi intensivi residenziali di danza e musica tradizionale indiana.

Lucrezia Maniscotti

Come ti sei mossa o ti stai muovendo, dal punto di vista burocratico, per avviare questo progetto?

Ci siamo rivolti a un commercialista e abbiamo avviato le pratiche. I tempi si sono un po’ allungati ma ormai ci siamo!

Come pensi di farlo conoscere?

Credo molto nel passaparola. In più, molte persone conoscono il mio percorso sia intellettuale sia sul campo e, dunque, si fidano.

Quali sono, secondo te, gli errori più comuni di chi va in viaggio in India?

Pensare di sapere e giudicare con il metro occidentale. L’India è un Paese con una storia complessa, è molto riduttivo usare i nostri parametri per comprenderla, si rischiano banalizzazioni e, magari, non si riesce più a vedere il meglio di quello che il Paese può offrire.

Parli anche di approcciarsi al viaggio in modo consapevole. Che consigli puoi dare ai nostri lettori in merito?

Credo sia bene prepararsi ma con le persone giuste, meglio se con quelle che ci vivono da tanto. Farsi aiutare a capire come funzionano le cose è vitale, apre la mente, gli occhi e fa gustare meglio il viaggio, oltre che, talvolta, fa risparmiare tempo e denaro.

Parliamo degli aspetti pratici della vita in India. Pensi che sia facile integrarsi con le persone del posto?

Assolutamente sì, anche se poi dipende sempre da dove… In Tamil Nadu, ad esempio, le persone sembrano quasi rudi, poiché sono molto dirette ma, in realtà, tutti cercano sempre di aiutarti, basta chiedere.

Quali sono, secondo te, le differenze e gli eventuali punti in comune fra gli italiani e gli indiani?

Non so trovare tantissime differenze ma aspetti in comune sì. Tra questi, cito la famiglia, il cibo e l’amore per la musica e l’arte.

Forse qualcosa che abbiamo perso, ma credo che avevamo anche noi, è l’enorme rispetto per i maestri.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Purtroppo no, alcuni sono troppo bassi e altri troppo alti.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

La benzina costa quasi come in Italia, mentre per il cibo si può mangiare con 2 Euro e fare una cenetta chic, magari con vista oceano, con 30 Euro. Le bevande alcoliche, ove vengono servite, sono la spesa maggiore di una cena.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Per essere assunti si deve trovare un lavoro ben pagato. Per fare business basta, appunto, aprire una propria attività.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglierei di stare sul mare o in montagna.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Suggerirei di fare poche tappe e di vivere di più la vita quotidiana.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Una sola, vera difficoltà: la mancanza di puntualità e, talvolta, la confusione nel dare informazioni. La prima non l’ho mai superata, alla seconda, invece, mi sono abituata.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Essere inserita nei festival di danza ed essere scambiata per indiana nonostante i miei tratti proprio non lo siano…

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

No.

Lucrezia Maniscotti

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

La lingua (parlo un po’ di Tamil), la destrezza, la bellezza, la forza femminile, l’arte di arrangiarsi, la pazienza, l’accoglienza e il valore dell’amicizia.

Per seguire e contattare Lucrezia:

E-mail: sangamadbhuta@gmail.com

Sito web: www.sangamadbhuta.com

Instagram: https://www.instagram.com/sangam_adbhuta/