I luoghi del mondo dove ti pagano per abitarci
A cura di Enza Petruzziello
Essere pagati per vivere in un posto. Se per le amministrazioni locali rappresenta un’opportunità di ripopolare un territorio e farlo rinascere, per chi accetta la proposta è un’occasione molto allettante per ricominciare una nuova vita altrove e avere anche una ricompensa. Insomma, da qualunque punto la si guarda, conviene.
È successo, ad esempio, in Nuova Zelanda. Qualche anno fa a Kaitangata, comune rurale della costa meridionale del Paese, per scongiurare il pericolo dello spopolamento i suoi 800 abitanti decisero di lanciarsi in un’operazione alquanto singolare di “reclutamento” offrendo a coloro che erano disposti a trasferirsi tanta terra e una casa del valore di circa 150mila euro per ogni nucleo familiare.
Dopo pochi giorni dall’appello, in 5mila si sono candidati da tutto il mondo.
E niente paura, non occorre necessariamente trasferirsi dall’altra parte del mondo per essere pagati. Ci sono molte città, anche vicinissime, che offrono denaro in cambio del trasferimento. Scopriamole insieme.
Albinen – Svizzera. Piccolo paesino molto caratteristico nel Canton Vallese sulle Alpi svizzere meridionali, a un’ottantina di chilometri dal confine con l’Italia, come molti altri villaggi di montagna soffre per la mancanza di giovani, andati via per vivere in città. Per risollevare le sorti del borgo, attualmente abitato solo da 300 persone, un gruppo di ragazzi affezionati ad Albinen ha lanciato una proposta: aprire ai residenti stranieri e offrire ben 60mila euro alle famiglie che decidono di costruire una casa, 21 mila euro circa a adulto e 8.000 euro a bambino. Per ottenere il finanziamento bisogna avere meno di 45 anni, avere un permesso di domicilio in Svizzera e restare nel piccolo paese per almeno 10 anni investendo in una casa. Dall’approvazione della mozione, il borgo è stato letteralmente preso d’assalto da brasiliani, italiani, camerunensi, belgi. Sul suo sito ufficiale, l’amministrazione della cittadina stima che nei prossimi cinque anni, però, solamente 5 o 10 famiglie saranno in grado di beneficiare dell’aiuto.
Saskatchewan – Canada -. Non nuovo a iniziative del genere, lo Stato del Nord America forse più degli altri Paesi al mondo soffre dello spopolamento di alcune sue cittadine. In particolare a Saskatchewan, provincia del Canada occidentale, si cercano neolaureti per rivitalizzare l’economia. Se ti trasferisci per 7 anni ti vengono offerti 20mila dollari canadesi (13mila euro) per iniziare una nuova vita. E se la vita rurale ti spaventa, niente paura. Molti sono i vantaggi di abitare qui: la possibilità di lavorare in modo più autonomo e rilassato, a contatto con la natura, con relazioni umane più strette e affettuose, senza dimenticare la presenza di centri urbani a pochissima distanza.
Whycocomagh – Canada. Ancora in Canada, più precisamente nella Nuova Scozia. È qui che sorge infatti questo piccolo villaggio di Cape Breton. Remoto e semi disabitato, il paese è tipicamente rurale. A chi accetta di viverci per almeno 5 anni si offre terra e lavoro, e naturalmente una vita sana.
Alaska – USA – Vivere in Alaska potrebbe spaventare. Clima rigido e poche ore di luce sono tra i motivi che scoraggiano anche i più temerari. Cosa fare dunque per convincere i cittadini a risiedervi? Concedere un sostegno economico. È questa l’idea del governo per incentivare il trasferimento. Per ottenerlo bisogna abitare nella zona un minimo di 190 giorni l’anno e non avere precedenti penali. Il pagamento viene effettuato ogni anno a partire dal primo anno di residenza.
New Haven – Stati Uniti. Spesso per evitare lo spopolamento si offrono posti di lavoro (talvolta nei servizi municipali stessi), strutture per accedere all’alloggio gratuitamente o a un prezzo molto basso e, per gli imprenditori, finanziamenti per aiutare a stabilire la propria attività. È questo il caso di New Haven, la terza città più grande dello stato del Connecticut, che garantisce fino a 10.000 dollari senza interessi per aiutare chi vi si trasferisce. Insegnanti, vigili del fuoco, polizia, militari e impiegati governativi ricevono, inoltre, un pagamento extra di 2.500 dollari (circa 2.100 euro). Tutti gli abitanti che fanno miglioramenti nella loro casa per trasformarla in un’abitazione più efficiente e sostenibile godranno anche di un prestito fino a 30.000 dollari (circa 25.000 euro). Una volta stabiliti, gli studenti delle scuole pubbliche di New Haven potranno proseguire gratuitamente i loro studi universitari. L’unico requisito è vivere in città per almeno 5 anni.
Ponga – Spagna – Situato nella comunità autonoma delle Asturie, abitato per lo più da anziani, Ponga è un villaggio che conta poco più di 800 abitanti. Il Comune ha deciso di dare un aiuto economico di 6mila euro alle coppie con figli. Per il secondo figlio è previsto un incentivo di 3mila euro.
Tristan da Cunha – SudAfrica. Parte del territorio britannico, questa piccola isola rappresenta una delle migliori opzioni per tutti quelli che desiderano partire e dimenticarsi di tutto. Non a caso è stata rinominata l’isola abitata più remota del mondo dal Guinness World Records. Data anche la sua fama, ha l’obiettivo di aumentare la popolazione e l’economia locale, incentivando offerte di lavoro con grandi benefici per tutti coloro che decidono di trasferirsi sull’isola dove le attività maggiormente diffuse sono l’agricoltura e l’allevamento.
Sadali – Sardegna. Anche il Bel Paese non è scevro da problemi di spopolamento: dal nord al sud Italia passando per le isole. Ed è proprio in Sardegna, più precisamente a Sadali, che per contrastare questo fenomeno è stata messa a punto dalla giunta comunale un’offerta ad hoc. La proposta prevede l’erogazione di buoni spesa di 200 euro al mese per due anni, per spostare la propria residenza in questo incantevole borgo al confine tra sud Sardegna e Barbagie, nella parte centro-orientale dell’isola. Attualmente gli abitanti sono solo 980, ma si spera di incrementare presto questo numero. E chissà che qualcuno non accolga questo appello. In fondo non serve andare dall’altra parte del mondo per vivere su un’isola.