News Croazia

di Gianluca Ricci

 

L’indipendenza non ha fatto benissimo alla Croazia. Alla fine dello scorso anno ben un quinto della popolazione risultava vivere al di sotto della soglia di povertà, una percentuale in sintonia con le economie dell’Europa meridionale ma dai tratti più accentuati.

Le disuguaglianze fra settori distinti della società croata si sono fatte di anno in anno sempre più significative, al punto che la forbice sociale ha finito per tagliare 300mila persone, alle quali sono stati bloccati i conti correnti bancari, e altre 25mila, alle quali i datori di lavoro non hanno più potuto pagare lo stipendio.

Secondo gli ultimi dati disponibili, oltre il 60% dei croati ha dichiarato di non essere in grado di far fronte adeguatamente ad una spesa imprevista, mentre il 67% ha ammesso di non potersi permettere nemmeno una settimana di vacanza durante l’anno.

Percentuali piuttosto significative, che fotografano una situazione più reale che percepita, anche se si tratta di autodichiarazioni la cui incidenza andrebbe poi confrontata con ulteriori raffronti.

In realtà i dati relativi alla disoccupazione si assestano intorno al 15%, una quota considerata ormai fisiologica per le comunità del sud Europa, anche se, in Croazia come altrove, a pagare maggiormente sono le ragazze a caccia del primo impiego, penalizzate dall’età e da un mercato del lavoro non particolarmente agile in questo momento.

In tutto questo contesto il governo è intervenuto con una riforma fiscale che, se da un lato ha provveduto a mitigare l’impatto della crisi con le categorie meno abbienti, dall’altro ha finito per agevolare, come spesso accade in circostanze simili, i contribuenti che appartengono agli scaglioni più alti, quindi i più benestanti.

Il rischio di tutto ciò, sempre che le tariffe di acqua, gas ed elettricità non vengano ritoccate verso l’alto, è il lento e inesorabile scivolamento di molte persone e famiglie, a lungo tempo border line, ai margini della società, un rischio che coinvolge soprattutto gli anziani soli: le loro pensioni infatti risultano per la maggior parte modeste se non modestissime e solo la solidarietà sociale ha la possibilità di evitare loro problemi più gravi.

Sono all’incirca 16mila i senzatetto che si agirano per la Croazia, ma il loro numero è destinato ad aumentare nonostante i centri urbani non si siano attivati per realizzare strutture in grado di offrire loro un riparo, soprattutto nelle rigide nottate invernali.

Si calcola infatti che, oltre a coloro che sono costretti dall’indigenza a dormire per strada, ci siano altri 400mila croati in difficoltà con le spese più banali della vita quotidiana. Non a caso si stanno oggi moltiplicando le associazioni di mutuo aiuto che, in assenza di risposte concrete da parte delle autorità costituite, stanno provando a sostituirsi a chi di dovere.

Si tratta di gocce nel mare, ovviamente, ma il trend è destinato ad aumentare e dare sollievo anche a poche persone risulta oggi un’attività più che meritoria. Al momento purtroppo le condizioni socio-economiche sono tali per cui dalle manovre finanziarie del governo c’è ben poco da aspettarsi.

L’ingresso in Europa non è stato un toccasana per i tanti che ci speravano.