Germania e la birra

Di Gianluca Ricci

 

All’indomani della chiusura della 185^ edizione dell’Oktoberfest, la festa della birra più affollata del mondo che per tre settimane occupa i 40 ettari del parco Theresienwiese di Monaco di Baviera, la notizia più curiosa non è quella relativa ai visitatori (oltre sette milioni), nemmeno quella relativa agli stand allestiti quest’anno (34, per più di 100mila posti a sedere), e neanche quella sui litri di birra spillati praticamente a getto continuo dalle botti (sette milioni e mezzo).

La notizia più curiosa è che i tedeschi non sono i primi bevitori al mondo del gustoso nettare biondo: c’è chi riesce a fare meglio di loro, ovvero i cechi, che in quanto a qualità (ed evidentemente anche a quantità) di birra non hanno effettivamente nulla da farsi insegnare.

Certo, in Germania c’è il numero più elevato al mondo di birrifici, più di 1300; in Germania si trova il monastero che per primo (pare corresse l’anno 1040) ha prodotto e venduto birra in tutto il mondo; in Germania si produce la più ampia gamma di prodotto che si conosca, ben 5mila tipologie distinte.

Ma non si deve lasciare in secondo piano il vino, di cui i tedeschi sono gli ottavi produttori al mondo.

Non si direbbe, eppure in Germania si produce e si beve dell’ottimo vino, la cui qualità, complici i cambiamenti climatici e la diffusione delle tecniche di coltivazione e vinificazione, è diventata col tempo sempre più elevata.

Non tutti sanno che secondo molti esperti la zona più favorevole alla coltivazione della vite in tutta Europa è la regione del Baden, una lunga striscia di terreno da Heidelberg fino al confine con la Svizzera che gode di un clima quasi mediterraneo, con il vantaggio però che le temperature notturne sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle fatte registrare nei territori più meridionali.

Foresta nera da un lato e monti Vosgi dall’altro proteggono i vigneti e favoriscono la produzione di alcuni dei migliori vini della Germania.

Ma anche il corso della Mosella garantisce ai terreni che vi si affacciano condizioni ideali per la coltivazione della vite e non è un caso che provenga proprio da qui quello che nel 1917 è stato considerato il vino migliore del mondo da molti esperti e sommelier di grido, ovvero un Riesling bianco in grado di sopportare comodamente anni e anni di invecchiamento.

Inutile dunque farsi ammaliare dai luoghi comuni; soprattutto in casi come questo, meglio toccare con mano, anzi, con bocca!