Thailandia, basta turisti: chiude la “spiaggia” resa famosa da Di Caprio
Chiusa a tempo indeterminato. E così Maya Bay, la baia sull’isola di Koh Phi Phi Ley resa celebre dal film “The Beach” con Leonardo Di Caprio, verrà vietata al pubblico fino a data da definirsi.
Dopo la decisione di impedirne l’accesso ai turisti solo per 4 mesi l’anno a partire dal 1° giugno 2018, le autorità tailandesi hanno adottato ora un provvedimento ancora più drastico, stabilendo la sua chiusura definitiva.
L’obiettivo del governo è recuperarne la bellezza naturale e permettere la ripresa dell’ecosistema devastato negli anni dai troppi turisti che, attratti dalla pellicola del 2000, arrivavano ormai a frotte.
Le sabbie dorate e l’acqua cristallina di Maya Bay, circondata da scogliere, erano infatti diventate una delle destinazioni turistiche più visitate della Thailandia da quando per la prima volta erano apparse nel film.
Basti pensare che ogni giorno sulla spiaggia sbarcavano circa 5mila turisti e 200 imbarcazioni con conseguenti e ingenti danni ambientali.
Sovraffollamento, foto ricordo, schiamazzi e rumori di motori da barca: tutto questo con il passare del tempo è stato davvero devastante per questo piccolo paradiso, provocando l’erosione della spiaggia e un inquinamento che ha messo a dura prova la popolazione marina.
Sebbene il bilancio dei primi mesi senza turisti sia stato positivo, gli esperti si sono resi conto di come la situazione fosse più grave di quanto ipotizzato all’inizio. Il divieto temporaneo, insomma, non era più sufficiente. E così si è deciso per la sua chiusura almeno fino a quando le cose non miglioreranno.
Songtam Suksawang, direttore del dipartimento parchi nazionali, ha dichiarato: «Abbiamo monitorato ogni mese la situazione scoprendo che il sistema ambientale è stato seriamente danneggiato dal turismo. Sarà molto difficile rimediare e riabilitare questa zona perché la sua spiaggia è stata completamente distrutta così come le piante che la coprivano».
Nonostante le prove del crescente danno, per anni, le autorità tailandesi erano state riluttanti a chiuderla, perché la spiaggia genera circa 400 milioni di baht (9,5 milioni di sterline) di entrate all’anno.
Tuttavia, sulla Gazzetta Ufficiale del 1° ottobre il dipartimento thailandese dei parchi nazionali, della fauna selvatica e della conservazione delle piante ha annunciato che le restrizioni sul turismo non saranno revocate fino a quando l’ecosistema non si sarà “completamente ristabilito in una situazione normale”.
E se consideriamo che il corallo cresce solo di circa mezzo centimetro all’anno, è facile comprendere che ci vorranno anni per il ripristino completo della barriera corallina.
Per ora nella baia sono stati piantati più di mille coralli e il capo del parco di Maya Bay, Worapoj Lomlim, ha rassicurato che continueranno ad espandere il progetto.
Insomma un piccolo passo per l’uomo e un grande passo per l’ambiente.